Per riggiola napoletana si intente la mattonella in cotto maiolicata ossia rivestita da smalto stannifero e successivamente decorata con colori minerali: l’ossido di cobalto per gli azzurri ed i blu, l’ossido di cromo o di rame per i verdi, l’ossido di ferro per i gialli e i rossi.
La produzione napoletana in parte supera il tradizionale repertorio ispano-moresco caratterizzato da motivi stilizzati, geometrici, anaconici, dando vita a soggetti umanizzati, a motivi figurativi desunti dalla scultura e medaglistica rinascimentale.
La fortuna della fabbrica Armao si deve alla capacità e alla saggezza amministrativa di un uomo che possiamo definire un esponente della piccola borghesia imprenditoriale del tempo. Questi, selezionando le crete per renderle più compatte e resistenti alla cottura, perfezionò la tecnica del biscotto migliorando la qualità dello smalto stannifero bianco, che durante la cottura assumeva una maggiore brillantezza; pur continuando ad utilizzare i colori tradizionali ne introdusse anche nuovi, come il “rosso pink” per ottenere maggiore vivacità cromatica. I motivi decorativi diventarono più complessi e raffinati e si svilupparono generalmente su quattro o otto moduli; su alcuni pavimenti di Palazzo Trabia a S. Stefano di Camastra invece si completano su sedici. L’introduzione della “mascherina” facilitava la lavorazione, anche se il singolo mattone veniva successivamente rifinito a mano, con l’aggiunta di perfili e tocchi di colore.